Meccanismi di difesa nella pratica clinica

Bion ha studiato le dinamiche relazionali nei gruppi identificandone i meccanismi di difesa in condizioni di stress:

  • Accoppiamento: l’individuo tenta di tornare in una dimensione primordiale (diade madre bambino o coppia uomo-donna) per sfuggire dall’angoscia.
  • Dipendenza: Agita sia nei confronti del gruppo che nei confronti del conduttore.
  • Attacco-fuga: tipico meccanismo di difesa in condizioni di stress.

Gruppi primari: famiglia, amici stretti, gruppi ideologici (impronta affettiva).
Gruppi secondari: gruppi funzionali (impronta produttiva).

La tendenza generale è quella di rendere primari i gruppi secondari.

 

Meccanismi di difesa

I meccanismi di difesa (o stili difensivi) sono processi psicologici automatici che proteggono l’individuo di fronte all’ansia e alla consapevolezza di pericoli o fattori stressanti interni o esterni. Le persone spesso non si accorgono del funzionamento di questi processi. I meccanismi di difesa mediano le reazioni dell’individuo nei confronti dei conflitti emozionali e dei fattori stressanti interni ed esterni. I singoli meccanismi di difesa vengono suddivisi da un punto di vista concettuale in gruppi affini che vengono denominati Livelli Difensivi. Per utilizzare la scala del Funzionamento Difensivo, il clinico dovrebbe elencare fino a sette degli stili di difesa specifici (partendo dal più rilevante), e quindi indicare il livello difensivo predominante osservabile nel paziente. Ciò dovrebbe riflettere gli stili di difesa utilizzati dal soggetto al momento della valutazione, e andrebbe integrato da tutte le informazioni disponibili circa le modalità di difesa utilizzate dal soggetto nel periodo precedente alla osservazione. I singoli meccanismi di difesa da elencare possono essere ricavati dai diversi Livelli Difensivi.

Livelli di difesa e singoli meccanismi di difesa

Alto Livello Adattivo
Questo livello di funzionamento difensivo consente un adattamento ottimale nella gestione dei fattori stressanti. Queste difese solitamente consentono la massima gratificazione e permettono di rendersi consapevolmente conto dei sentimenti, delle idee, e delle loro conseguenze. Esse consentono pure un valido equilibrio tra i motivi di conflitto. Esempi di difese a questo livello sono:

  • Anticipazione
  • Affiliazione
  • Altruismo
  • Ironia
  • auto-affermazione
  • auto-osservazione
  • sublimazione

 

Livello delle Inibizioni Mentali (formazioni di compromesso)
Il funzionamento difensivo di questo livello mantiene fuori della coscienza le idee, i sentimenti, i ricordi, i desideri o le paure potenzialmente pericolosi. Esempi sono:

  • spostamento
  • dissociazione
  • intellettualizzazione
  • isolamento dell’affetto
  • formazione reattiva
  • rimozione

 

Livello Lieve di Distorsione dell’Immagine
Questo livello è caratterizzato da distorsioni nell’immagine di sé, del corpo, o degli altri, che vengono utilizzate per modulare l’autostima. Esempi sono:

  • svalutazione
  • idealizzazione

 

Livello del Disconoscimento
Questo livello è caratterizzato dal tenere fuori dalla coscienza fattori stressanti, impulsi, idee, affetti, o responsabilità spiacevoli, con o senza l’attribuzione erronea di questi a cause esterne. Esempi sono:

  • negazione
  • proiezione

 

Livello Grave di Distorsione della Immagine
Questo livello è caratterizzato dalla grossolana distorsione o dalla attribuzione erronea della immagine di sé o di altri. Esempi sono:

  • fantasie autistiche
  • identificazione proiettiva
  • scissione dell’immagine di sè o degli altri.

 

Livello della Azione
Questo livello è caratterizzato da un tipo di funzionamento difensivo che affronta i fattori stressanti interni o esterni utilizzando l’azione o il ritiro da essa. Esempi sono:

  • messa in atto (acting out)
  • ritiro apatico
  • lamentele con reiezione dell’aiuto degli altri
  • aggressione passiva.

 

Livello della Sregolatezza Difensiva
Questo livello è caratterizzato dal fallimento della organizzazione difensiva utilizzata per contenere le reazioni del soggetto agli stress, che porta a una netta frattura con la realtà oggettiva. Esempi sono:

  • proiezione delirante
  • negazione psicotica
  • distorsione psicotica.

 


 

affiliazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni rivolgendosi agli altri per avere aiuto o supporto. Ciò comporta la possibilità di condividere i problemi con gli altri, e non il tentativo di scaricare su di loro la responsabilità per tali problemi.

aggressione passiva Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni esprimendo aggressività verso gli altri in modo indiretto e subdolo. Vi è una facciata di compiacenza manifesta che maschera resistenza, risentimento, od ostilità profonde. L’aggressione passiva spesso si manifesta in risposta a richieste di atti o prestazioni indipendenti, oppure alla mancata gratificazione di desideri di dipendenza, ma può rivelarsi adattiva in soggetti in posizione subordinata che non hanno altri modi per esprimere più apertamente i propri punti di vista.

altruismo Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni dedicandosi ad andare incontro ai bisogni del prossimo. A differenza del sacrificio di sé che caratterizza talora la formazione reattiva, il soggetto riceve gratificazione o in modo sostitutivo, o tramite la risposta che riceve dagli altri.

annullamento Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni tramite parole o comportamenti che hanno lo scopo di rendere non esistenti pensieri, sentimenti, o azioni inaccettabili, o di fare per essi simbolica ammenda.

anticipazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni vivendo reazioni emozionali anticipate verso futuri eventi possibili, oppure anticipando le conseguenze di questi eventi, e prendendo in considerazione risposte o soluzioni alternative realistiche.

auto-affermazione II soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti esprimendo i propri sentimenti e pensieri in modo diretto, con modalità che non sono coercitive o manipolative. (contrario della inibizione)

auto-osservazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti riflettendo sui propri pensieri, sentimenti, motivazioni, e comportamenti, e reagendo in modo appropriato.

dissociazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni attraverso il sovvertimento delle funzioni normalmente integrate della coscienza, della memoria, della percezione di sé o dell’ambiente, o del comportamento senso-motorio.

fantasie autistiche Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni con un eccesso di sogni ad occhi aperti, che rappresentano un sostituto delle relazioni umane, di comportamenti più efficaci, e delle soluzioni per i problemi.

formazione reattiva Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni sostituendo (cosa che solitamente si verifica in concomitanza con la rimozione) comportamenti, pensieri e sentimenti diametralmente opposti ai propri pensieri o sentimenti inaccettabili.

idealizzazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali e i fattori stressanti interni ed esterni attribuendo qualità esageratamente positive agli altri.

identificazione proiettiva Come nella proiezione, il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni attribuendo erroneamente a qualcun altro i propri sentimenti, impulsi, o pensieri inaccettabili. A differenza dalla semplice proiezione, il soggetto non disconosce totalmente ciò che viene proiettato. Invece il soggetto rimane consapevole dei propri affetti o impulsi, ma li attribuisce all’altra persona, come reazioni giustificabili. Non di rado, il soggetto suscita negli altri quegli stessi sentimenti che prima attribuiva loro erroneamente, rendendo difficile valutare chi sia stato a cominciare.

intellettualizzazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni attraverso l’utilizzazione eccessiva del pensiero astratto, oppure facendo delle generalizzazioni, al fine di controllare o minimizzare i sentimenti disturbanti.

ironia Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti esterni mettendo in rilievo gli aspetti divertenti o ironici del conflitto o del fattore stressante.

isolamento dell’affetto Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni separando le idee dai sentimenti che vi erano originariamente associati. Il soggetto perde il contatto dal sentimento associato con una certa idea (per es., un evento traumatico), mentre rimane consapevole degli elementi cognitivi (per es., i dettagli descrittivi).

lamentele con reiezione dell’aiuto altrui Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni lamentandosi oppure facendo ripetute richieste di aiuto che sono in contrasto con i suoi sentimenti profondi di ostilità o di rifiuto verso gli altri, i quali si manifestano col rifiuto dei consigli, suggerimenti, o forme di aiuto che gli altri possono offrire. Le lamentele o richieste possono riguardare sintomi fisici o psichici, oppure problemi della vita.

messa in atto (acting-out) Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni attraverso azioni piuttosto che attraverso la riflessione o i sentimenti. Questa definizione è più ampia rispetto al concetto originale riguardante l’agire sentimenti o desideri transferali nel corso di una psicoterapia, e tende ad includere anche i comportamenti osservabili al di fuori di una relazione transferale. Messa in atto difensiva non deve essere considerata sinonimo di “cattivo comportamento”, in quanto richiede l’evidenza che il comportamento è collegato a qualche conflitto emozionale.

negazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni rifiutandosi di riconoscere certi aspetti dolorosi della realtà esterna o della esperienza soggettiva, di per sé evidenti e facilmente rilevabili. Il termine negazione psicotica viene usato quando vi è menomazione grossolana del test di realtà.

onnipotenza Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni sentendosi o agendo come se possedesse poteri o capacità speciali, e se fosse superiore agli altri.

proiezione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni attribuendo erroneamente a qualcun altro i propri sentimenti, impulsi, o pensieri inaccettabili.

razionalizzazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni nascondendo le vere motivazioni dei propri pensieri, azioni, o sentimenti tramite l’elaborazione di spiegazioni rassicuranti e utili a sé, ma fuorvianti.

rimozione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni espellendo i desideri, pensieri, o esperienze disturbanti dall’area della consapevolezza cosciente. La componente affettiva può rimanere consapevole, distaccata dalle idee che vi sono associate.

scissione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni tenendo separati gli stati affettivi opposti, non riuscendo a integrare le qualità positive e negative di sé stesso e degli altri in immagini unitarie. Siccome gli affetti ambivalenti non possono essere sperimentati simultaneamente, aspettative e punti di vista più equilibrati su di sé e sugli altri rimangono esclusi dall’area delle emozioni coscienti (e le immagini di sé e degli oggetti tendono a oscillare tra poli opposti: assolutamente affettuose, potenti, di valore, arricchenti e gentili, oppure assolutamente cattive, odiose, rabbiose, distruttive, rifiutanti, o senza valore).

soppressione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni evitando intenzionalmente di pensare ai problemi, desideri, sentimenti o esperienze che lo disturbano.

spostamento Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni trasferendo un sentimento, o una reazione, da un oggetto ad un altro oggetto sostitutivo (di solito meno minaccioso).

sublimazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni incanalando i sentimenti o impulsi potenzialmente maladattivi verso comportamenti socialmente apprezzati (per es., l’attività sportiva per incanalare gli impulsi aggressivi).

svalutazione Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i fattori stressanti interni ed esterni attribuendo qualità esageratamente negative a sé stesso o agli altri.

somatizzazione Meccanismo mediante il quale sentimenti dolorosi vengono trasferiti a parti del corpo. Tutti i disturbi psicosomatici hanno questa funzione di trasferimento. Il disagio è spostato da un piano emotivo mentale ad un piano organico.
Diversa è la isteria da conversione nella quale l’organo non è lesionato, si tratta di un blocco temporaneo.
Le somatizzazioni nel bambino sono spesso correlate a carenze affettive.

regressione È un meccanismo che fa parte della nostra vita psichica, in fasi di stress assumiamo atteggiamenti che appartengono ad altre epoche della vita. Vantaggi primari e secondari dei sintomi.

umorismo Il soggetto affronta i conflitti emozionali o i  fattori stressanti interni ed esterni enfatizzando gli aspetti ironici e divertenti di un conflitto. In tal modo si allevia la tensione dovuta al conflitto permettendone la condivisione. ( è quasi una forma di disidentificazione).
Si parla di umorismo costruttivo, non distruttivo –sarcasmo.
La frustrazione è mitigata

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