Il lavoro sui sogni

Il lavoro sui sogni, in psicologia, è per la grande maggioranza di stampo psicodinamico

Importante è anche il lavoro dell’antropologia in merito a tale argomento. Per esempio, i Senoi sono un’etnia malese che è stata oggetto di studio antropologico negli anni ’20 – ’30: in questa popolazione sembra assente il disagio mentale grave. Questa etnia ha un’ottima capacità di risolvere i bisogni fondamentali e ha molto tempo da dedicare agli altri aspetti della vita quotidiana. La giornata di questa tribù inizia con il domandare ai bambini di raccontare i sogni fatti durante la notte; se uno dei sogni viene ritenuto dalla tribù sufficientemente importante, viene portato alla supervisione del saggio. In quest’ottica, il sogno, al contrario della nostra cultura, viene interpretato come un flash forward e non retroattivamente.

Da qui capiamo l’importanza di ampliare lo studio sui sogni e di interpretarlo non più solo in un’ottica psicodinamica.

Studiosi dei sogni in varie culture distinguono in:

  • sogni che provengono dagli dei
  • sogni che provengono dai demoni
  • sogni che non appaiono particolarmente rilevanti

Da notare che questa distinzione dei sogni è ben collocabile all’interno dell’ovoide di Assagioli, il quale non ha scritto dei sogni, ma ha fatto una tassonomia in cui elenca diversi tipi di sogni.

La prima domanda che è necessario porsi è “da dove vengono i sogni e quanti elementi hanno?

Nella comunicazione dell’inconscio dobbiamo ricordarci del tratteggio presente nell’ovoide, quindi su un sogno possono incidere le persone che ci circondano, la cultura, insomma tutta l’ atmosfera psichica nella quale siamo immersi.

L’interpretazione del sogno

Più che di interpretazione, che se sbagliata può avere effetti negativi, possiamo parlare di risonanza.
La risonanza può essere fisica (per esempio “Mi è venuto un groppo alla gola”), emotiva (per esempio “Mi fa sentire …”), associativa (per esempio “Mi fa venire in mente una musica, un film, un’immagine, un sogno …”).

Ovviamente non c’è una traduzione del sogno, ma l’utilità che ne possiamo trarre.

I sogni sono spesso polisemici e in un sogno bisogna notare:

  • Personaggi
  • Ambientazione spazio temporale
  • La trama
  • Il colore emotivo
  • Genere di appartenenza

È importante cogliere i grandi temi sottostanti che potrebbero ripetersi nel sogno o nei sogni del Paziente. Per esempio, è importante far dare al Paziente un titolo al suo sogno, che diventa così un ologramma di ciò che si trova nel sogno, e fare una sintesi estrema del nucleo narrativo di quel sogno.

I sogni lucidi (sogni in cui si sa di sognare)

Nella tradizione tibetana, la pratica del sogno lucido ha il senso che nel periodo tra la morte e la successiva reincarnazione la coscienza che vaga ha una serie di visioni e deve imparare a non farsi attrarre né dai sogni beatifici né da quelli demoniaci, ma deve imparare ad attraversare questo materiale.
A volte capita che, attraverso un’intuizione, i sogni risolvono dei problemi. Poniamoci quindi la domanda: da dove viene il sogno e quanta percentuale dell’inconscio superiore è presente?
Alcuni sogni possono essere la via per un percorso. Esistono sogni del Sé, ovvero del progetto dell’anima. 
Noi del sogno siamo gli autori, i registi e gli interpreti… ma siamo anche gli scenografi e il pubblico.

 


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