Cos’è il gaslighting

Il Gaslighting è una tattica di manipolazione psicologia in cui il manipolatore (detto gaslighter) cerca di indurre alla sua vittima la sensazione che le sue sensazioni, percezione, ricordi e di conseguenza anche le reazioni, siano errate, sbagliate e prive di fondamento, generando una confusione sempre maggiore nel soggetto vittima, che inizia a credersi pazzo. Spesso a queste manipolazioni dirette si aggiunge l’isolamento sociale della vittima, dove il gaslighter diffonde l’informazione che il soggetto sia instabile o che non gradisca compagnia.

Alcune frasi tipiche pronunciate dai gaslighter sono “sei ipersensibile” “stavo solo scherzando” “hai bisogno di aiuto” “sei pazzo”. Questo genere di affermazioni rafforza l’ìdea sempre più distorta che la vittima ha di sé stesso.

Il gaslighting trova terreno fertile nelle relazioni strette, dove c’è maggiore intimità tra aggressore e vittima. (Stern 2018)

 

Anche se più spesso sono gli uomini a praticare il gaslighting, questa pratica manipolativa può avvenire anche da donne verso uomini e all’interno di relazioni omosessuali, indistintamente. Maggiore è il dislivello di potere tra i due soggetti, maggiori sono i danni rilevati. Spesso l’abusatore controlla il denaro, il cibo e questi vengono utilizzati come sistema di controllo sulla vittima. Il gaslighter inoltre tende a mentire e ad ingannare il proprio partner, criticando continuamente e facendo credere alla vittima di essere l’unica causa dei problemi, sminuendo e rifiutando le proprie colpe e difetti.

Il Gaslighting all’interno della relazioni è un processo lungo che si svolge in più fasi. Inizialmente infatti, le critiche si mescolano a comportamenti di scusa e di relativa normalità. La vittima non si rende conto di quanto sta accadendo ma percepisce delle sensazioni spiacevoli a cui però non riesce a dare una collocazione esatta. Più prosegue la relazione abusante, più le difese della vittima crollano sotto il peso dell’indifferenza, delle critiche e delle manipolazioni dell’aggressore, generando un circolo vizioso da cui è sempre più difficile uscire. Spesso nelle relazioni violente in cui la vittima si rifiuta di denunciare o lasciare il suo aggressore, si sono instaurate alcune di queste dinamiche, che, insieme all’isolamento sociale, rendono quasi impossibile alla vittima giudicare oggettivamente la propria situazione.

Gli effetti a lungo termine del gaslighting

Le vittime di gaslightin spesso hanno scarsa fiducia in sé stesse, bassa autostima, assenza di gioia di vivere, provano un senso di solitudine, isolamento e arrivando ad intaccare la produttività lavorativa. La salute psicosociale delle vittime spesso è gravemente compromessa, generando nei soggetti predisposti depressione, disturbi d’ansia e anche tentativi di suicidio (Sarkis, 2018)

Cosa fare se sospetti di essere vittima di gaslighting

 

  1. fidati delle tue sensazioni interiori: se stai male e sei a disagio all’interno di una relazione, probabilmente c’è qualcosa che non va.
  2. cerca il confronto con altre persone all’esterno della relazione, chiedi ad amici e famigliari di starti vicino e chiedi un feedback sulle tue reazioni, se anche a loro sembrano instabili e preoccupanti.
  3. Non vergognarti della tua situazione: spesso i gaslighter sono dei manipolatori esperti, in grado di minare le sicurezze anche di persone estremamente intelligenti.
  4. Non vendicarti e cerca di limitare le tue reazioni emotive, rischi di generare nel gaslighter delle reazioni ancora peggiori.
  5. Cerca di esporti il meno possibile al tuo aggressore, riducendo la possibilità di ricevere critiche e commenti che ti destabilizzerebbero.
  6. Chiedi aiuto ad un terapista esperto per ricevere il supporto necessario a superare l’abuso e per trovare la forza di uscire dalla relazione abusante.

 


NOTA: le informazioni di cui sopra sono a scopo informativo. Le informazioni fornite nel presente documento non devono essere utilizzate durante alcuna emergenza medica o per la diagnosi o il trattamento di qualsiasi condizione medica.

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